Bianco

Bianco

COS'È IL CLAN

Si sono viste biciclette lasciarsi morire sulla tomba del padrone. Man sah Fahrräder, die sich auf dem Grab des Besitzers sterben liessen. On a vu des vélos se laisser mourir sur le tombeau du maître.

martedì 23 agosto 2011

...perché a Milano in agosto, oltre al gran caldo c’è veramente tanta confusione...(Corso Buenos Arires)


“Io non ho visto niente, non ho visto la sua faccia. Passavo di qua, con mia moglie andavo a caccia..”
“Io l’ho visto da vicino. Gli occhi erano due sputi, la faccia era gialla, una faccia da assassino!”
“L’ho visto accarezzare un cane, avevano lo stesso sguardo: cane e uomo morivano di fame.”
“Ma adesso dov’è?”
“Ma adesso dov’è?”
“Scendeva di corsa le scale, le scale della metropolitana. In mano ci aveva del tonno, un salame e una banana. Poi, sul più bello è spuntato anche il coltello! E un colpo di qua, e un colpo di là..”
Il cane gli stava sempre dietro. Gli occhi: lo stesso sguardo. Sembravano Cristo con San Pietro quando erano in ritardo.
“Ma allora chi è?”
“Ma allora chi è?”
“Dev’essere uno slavo che dorme e ruba alla stazione. Quegli occhi senza luce.. è senz’altro un mascalzone!”
“Chiamiamo un pulismano, ho appena visto l’assassino dar fastidio a un bambino: lo teneva per la mano!”
Il cane, l’uomo e il bambino, appena mangiato un po’ di tonno si sono stretti vicino vicino, forse morivano dal sonno...
“Ma allora chi è?”
“Ma allora chi è?”
“Ragioniere, dia a me la borsa e vada via di corsa in fondo a quella via, a chiamar la polizia!”“Non dobbiamo perder tempo! C’è un bar qui vicino, si può telefonare. Ci beviamo anche un grappino..”
..arriva volando la volante, con un furore sacro. Confusa da tutta quella gente non frena, e fa un massacro.(Alla fine della corsa il primo a cadere è il ragioniere che rivoleva la sua borsa; poi toccò a un bagnino che, ancora in mutande, aveva sospeso il lavoro in una piscina lì vicino. Falciati mentre guardavano i lavori in corso due gemelli in pensione furono scaricati in un pronto soccorso. Un salumiere e un tabaccaio che da anni non si rivolgevano la parola approfittarono della confusione per spararsi alcuni colpi di pistola!)
Il padre vide la scena, si prese paura e dimenticò il sonno e la fame. Prese per mano il bambino che disperato piangeva, perché non voleva lasciare lì il cane. Decisero in fretta di tornare a Barletta e corsero alla stazione, perché a Milano in agosto, oltre al gran caldo c’è veramente tanta confusione...
Lucio Dalla





mercoledì 17 agosto 2011

BELLEZZA DELLA BICICLETTA di Pierre Giffard, (Il 17 Agosto a Milano)

È certo che la bicicletta, sia per gli appassionati sia per i profani, abbia un'eleganza e una grazia particolari, come una giumenta a riposo o, per essere meno lirici, una carrozza di Binder. Quando contemplo la mia, un po' alta sulle zampe, o piuttosto sulle ruote, molto allungata sul suo telaio disuguale, il manubrio inclinato molto all'indietro, con le estremità ben distanziate, la sella un po' all'indietro, un po' a becco in su, ammetto di essere sollecitato nel mio senso artistico, perché vedo qualcosa di molto bello, una forma seducente, un essere grazioso, e non sono l'unico a vederla così, perché spesso dei profani si fermano ad ammirare compiaciuti la mia bestia.

lunedì 15 agosto 2011

Sette prugne sul Passo della Cisa, il 14 Agosto del 2011

Partenza la domenica mattina alle ore 9.00 da Trebiano (La Spezia) e arrivo a Parma alle 14.30.
Consumato: una focaccia al prosciutto crudo, sei biscotti, un tè verde, un caffè, un succo ai mirtilli,  due banane, un gatorade, sette prugne colte da un albero sul ciglio della strada, due gelati, tre barrette, miele,  4 borracce di acqua, di cui due con sali minerali. Caro Leo, ho sentito molto la tua mancanza, soprattutto durante il penultimo tornante, prima di sorpassare la chiesetta a 1240 m sopra il livello del mare.
Sul passo c'era un raduno di motociclisti tutti impellettati. Pareva un incontro sadomaso. Ho mangiato la settima prugna e ho proseguito verso Berceto, poi giù a valle fino Fornovo di Taro ed infine, lungo la via Farnese, ho raggiunto casa. A Mariano, a Parma. Appena entrato mi sono diretto subito al bagno.
127 km, sei ore e mezza casellocasello,  la domenica del 14 Agosto del 2011. 

(Non ho potuto scattere nessuna fotografia del percorso perchè il giorno prima, sugli scogli di Tellaro, mentre leggevo Sostiene Pereira del mio omonimo Tabucchi, ho maldestramente gettato in acqua la mia borsa da mare. Risultato: un giornale aperto su un'onda, un paio di jeans con portafogli a seguire ed il mio cellulare nuovo finito sul fondale. Ironia unnesca della sorte, il cellulare è stato arpionato dalle enormi chele di un granchio grandissimo. Mi sono dovuto servire, oltre ad una maschera chiesta in prestito ad un bagnante, di un lunghissimo bastone per scacciare quel grosso crostaceo ed arpionare il mio telefono che ora è in ammollo in soluzioni antiossidanti alla Tim di Sarzana. Non è un caso che io sia del segno del Cancro. Era forse un messaggio quel grosso crostaceo sul fondale di Tellaro? Chissà! Se il mio cellulare tornerà in vita gli telefonerò!).
Antonio